Presente e futuro delle relazioni tra Svizzera e Unione europea

Olivier - Team a+s
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21 December 2023 Tempo: 5 minuti
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Bandiere paesi europei
Con l'adozione da parte del Consiglio federale del progetto di mandato per i negoziati con l'Unione europea, il tema della politica europea torna di estrema attualità. Questo breve articolo offre una panoramica delle opzioni di cui dispone la Svizzera per regolare le sue relazioni con l'UE.

Si sente spesso dire che l’Unione europea ricatti la Svizzera per obbligarla a concedere quanto le viene richiesto. A nostro modo di vedere, anche se è indubbio che l’UE negozi da una posizione di forza, più che a un ricatto, la situazione assomiglia a una contrattazione o ad uno scambio. In effetti, con gli Accordi bilaterali la Svizzera ha ottenuto un accesso privilegiato al mercato unico europeo in determinati settori di interesse, nonché una cooperazione approfondita in svariati ambiti e la partecipazione a numerosi programmi europei. 

Ora, quando una famiglia di un paese vicino decide di stabilirsi in Svizzera, o lo stesso fa un’impresa europea, ci sembra normale che sottostiano alla nostra legislazione, o, come accade attualmente, agli accordi stipulati tra la Svizzera e l’UE. Lo stesso vale per le famiglie e le imprese svizzere che decidono di stabilirsi nell’Unione: saranno sottoposte alla legislazione del paese di residenza e alle regole del mercato unico. Perciò, pretendere di accedere al mercato unico europeo ma non sottostare alle sue regole è comprensibilmente problematico dal punto di vista dell’UE, che negli ultimi anni ha reso chiara la sua volontà di subordinare l’aggiornamento e l’estensione della via bilaterale alla risoluzione delle questioni istituzionali in sospeso.

Come ci ricorda il rapporto del Consiglio federale “Stato delle relazioni Svizzera–UE” del 9 giugno scorso, la politica europea della Svizzera è quindi una politica di difesa degli interessi, che consiste nel trovare un difficile equilibrio tra i vantaggi derivanti dall’accesso al mercato unico e dalla partecipazione ai programmi europei e le concessioni necessarie ad accedervi e parteciparvi. Considerando che nel 2022 la Svizzera era il quarto partner commerciale dell’UE ed il terzo investitore estero per importanza nel 2021, e premesso che in entrambi i casi l’UE era invece il suo partner più importante, è perciò evidente che non siamo in grado di imporre le nostre condizioni, ma nemmeno costretti a dover accettare passivamente quelle dell’UE.  

Cosa fare, dunque? Sostanzialmente, la Svizzera dispone di quattro opzioni per regolare le sue relazioni con l’UE. Ordinandole dalla più blanda alla più impegnativa in termini di concessioni necessarie e perdita di autonomia, queste opzioni sono le seguenti: intrattenere un semplice regime di libero scambio, proseguire la via bilaterale, aderire allo Spazio economico europeo e infine aderire all’UE. Prima di ribadire perché il proseguimento della via bilaterale sia la scelta migliore, vale la pena analizzare brevemente ogni opzione. 

Intrattenere un semplice regime di libero scambio

In questo caso la Svizzera manterrebbe intatta la sua autonomia decisionale, ma ridurrebbe la sua partecipazione al mercato interno dell’UE ai minimi termini, eliminando tutte le facilitazioni basate sull’armonizzazione del diritto. Le imprese svizzere avrebbero quindi più difficoltà ad esportare nell’UE ed i consumatori dovrebbero pagare prezzi più elevati per i prodotti importati. Inoltre, la cooperazione in ambiti non economici e la partecipazione ai vari programmi, in primis la ricerca, sarebbero notevolmente più complicati. In sintesi, un semplice rapporto di libero scambio non sarebbe sufficiente a soddisfare le necessità della Svizzera. 

Proseguire la via bilaterale

Grazie alla via bilaterale è stato possibile creare condizioni simili a quelle di un mercato unico in determinati settori di interesse, importanti per la nostra economia. Inoltre, è stato possibile stabilire una stretta cooperazione in numerosi altri ambiti e partecipare ai programmi europei più importanti, ciò che ha ad esempio permesso ai cittadini svizzeri di muoversi liberamente all’interno dell’UE. Attualmente, l’obiettivo è quello di consolidare gli accordi esistenti ed estendere la cooperazione a nuovi ambiti. In cambio, dovendo armonizzare il proprio diritto con quello europeo nei settori coperti dagli accordi, la Svizzera dovrebbe rinunciare a parte della sua autonomia decisionale.  

Aderire allo Spazio economico europeo

Aderendo allo Spazio economico europeo, la Svizzera godrebbe di un accesso pressoché completo al mercato unico europeo e parteciperebbe pienamente a tutti i programmi europei. Tuttavia, dovendo adottare la maggior parte del diritto applicabile nel mercato interno dell’UE, la sua autonomia decisionale sarebbe notevolmente ridotta. Questa opzione non solo andrebbe oltre le necessità della Svizzera, ma richiederebbe anche concessioni eccessive. 

Aderire all’UE

In quest’ultimo scenario, la Svizzera diventerebbe il ventottesimo paese membro dell’UE. È evidente che, in virtù della perdita di autonomia e sovranità che ciò comporterebbe, questa opzione non vada presa in considerazione. 

Giunti a questo punto, dovrebbe risultare evidente per quale motivo il proseguimento della via bilaterale costituisce la scelta migliore tra le opzioni disponibili. In effetti, non solo gode di un ampio sostegno in seno alla politica, all’economia ed alla popolazione svizzera, ma, attraverso una partecipazione selettiva al processo di integrazione europea, consente di trovare il miglior equilibrio possibile tra la salvaguardia degli interessi fondamentali della Svizzera e le concessioni necessarie a tal fine. 

Permetteteci di concludere con una nota di realismo. È innegabile che il benessere del nostro paese dipenda in gran parte da una solida cooperazione e da sane relazioni economiche con l’UE. In un mondo sempre più frammentato e confrontato con il ritorno di due pericolosissimi “-ismi”, il nazionalismo ed il protezionismo, la strategia di trovare mercati di sbocco alternativi per i nostri prodotti e servizi mostra tutti i suoi limiti. Inoltre, mai come ora, riaffermare la nostra vicinanza a quella comunità di valori, cultura e aspirazioni comuni che è l’Europa è più importante che mai. Non è isolandoci, ma affrontando le divergenze per trovare compromessi e soluzioni condivise con l’UE che continueremo a prosperare. 

Questo articolo è stato originalmente pubblicato sul Corriere del Ticino venerdì 24 novembre 2023.

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